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The exorcism of Emily Rose (ANNELIESE MICHEL)


1973, nelle sale americane viene proiettata una pellicola che resterà nella storia del cinema horror: “THE EXORCIST” l'esorcista. Il film venne tratto dal romanzo omonimo di William Peter Blatty a sua volta ispirato da un articolo del 1949 dove si raccontava l'esorcismo praticato su di un ragazzo di13 anni del Maryland. Fu lo stesso Peter Blatty a sceneggiare e produrre il film la cui regia venne affidata a William Friedkin. Anche se per tutti il film è la rappresentazione estrema di una possessione volta soprattutto a terrorizzare lo spettatore, William Friedkin ne rivendica la natura documentaristica, infatti sostenne che il suo scopo non fu quello di creare scene al solo scopo di spaventare, ma tentare di ricreare l'orrore del maligno e di come questo poteva annientare il lato umano della persona posseduta. Il suo intento era quello di riportare il più fedelmente possibile racconti ed esperienze raccontategli e che bene si sposavano con il racconto di Blatty. A riprova di queste sue affermazioni, Friedkin decise di mettere persino parti registrate di veri esorcismi udibili in sottofondo nel film durante la scena dell'esorcismo. Fatto sta che, in un modo o nell'altro si sia deciso di impostare e realizzare il film, il risultato fu scioccante, ma ancora più drammatica fu la storia che, dall'altra parte del mondo (in Europa) stava segnando la vita di una giovane ragazza.

Germania 21 settembre 1952, nella cittadina di Leiblfing viene alla luce una bambina di nome Anneliese. La famiglia Michel, di cui fa parte, è una famiglia molto cattolica di ceto medio-basso, lui falegname, lei casalinga. Anneliese sembra una bambina come tante, cresce e gioca come qualsiasi altra bambina della sua età. Altre due sorelle nasceranno e le faranno compagnia nella sua crescita mentre una terza, nata da una relazione extraconiugale, morirà all'età di soli 8 anni. Questo tragico evento venne però vissuto dalla famiglia Michel come un segno di Dio a voler far intendere che ciò che nasce impuro non è benedetto e protetto dal Signore. Talmente il credo è forte che persino la sepoltura fu disposta lontano dalla tomba di famiglia. Questa esperienza accresce la fede di Anneliese e dell'intera famiglia, fede alla quale si aggrapperanno fortemente dopo che, nel 1968 Anneliese incomincia a manifestare i primi sintomi di malessere. Sedicenne, in un giorno come tanti, Anneliese cade violentemente a terra, i suoi arti risultano rigidi ed il suo corpo incomincia a muoversi in modo incontrollato, il torace si rigonfia ed incomincia a produrre ricca bava schiumosa che fuoriesce dalla bocca. La famiglia rimane scioccata e, fortemente preoccupata, si rivolge a diversi medici prima di decidere di ricoverarla in una struttura psichiatrica a Würzburg. I sintomi sono chiari, Anneliese è affetta da epilessia. Gli vengono prescritti dei farmaci per tenere sottocontrollo il problema e nel difficile tentativo di curarlo. La vita di Anneliese incomincia ad essere molto dura e per questo cerca il più possibile conforto nella fede. Aumentano le sue frequentazioni alla chiesa ma, mentre il tempo passa, le condizioni non sembrano migliorare. Pensando di essere ancora lontana dall'essere una brava cristiana, Anneliese arriva ad auto infliggersi delle punizioni pensando di purificare in questo modo suoi eventuali peccati, non è raro quindi che decida di mettersi a dormire sul pavimento gelido in pieno inverno. Due anni dopo oltre a non aver ottenuto miglioramenti Anneliese è affetta da tubercolosi che la costringe ad un nuovo ricovero questa volta a Mittelberg. Lo spirito di Anneliese però è forte e, nonostante tutte le avversità, una volta sconfitta la malattia ed uscita dalla clinica riesce a recuperare lo studio perso e a diplomarsi, infatti, oltre alla preghiera, ciò che più spinge a reagire ed a combattere è il desiderio della giovane a poter un giorno diventare un'insegnante. Proprio per realizzare questo desiderio decide di iscriversi all'università di Würzburg per seguire i corsi di pedagogia, ma il calvario di Anneliese non è terminato. Sempre con maggior frequenza si presentano le crisi dove il corpo di Anneliese si contorce e si irrigidisce, a questo si incominciano ad aggiungere visioni di demoni e voci inquietanti che le parlano. La malattia stava peggiorando, ma la fede di Anneliese la stava man mano convincendo che i suoi problemi avessero ben altra natura. La forza di Anneliese però era ammirevole. Reagendo a tutto riuscì ad andare avanti. Continuava con gli studi e riuscì persino a frequentare regolarmente un ragazzo, ma la sua forza la stava pian piano abbandonando. Nonostante prendesse sempre e con regolarità i farmaci prescritti e corretti nel tempo, Anneliese peggiorava di giorno in giorno entrando in un declino che sembrava inarrestabile. Non solo il suo aspetto incominciò a cambiare, ma anche i suoi comportamenti che risultavano sempre più violenti. Nei momenti di crisi si procurava lesioni in tutto il corpo, si strappava le vesti, mordeva i suoi familiari che cercavano di aiutarla, mangiava qualsiasi insetto gli capitasse a tiro arrivava a bere la sua urina. La famiglia incominciò a pensare che la ragazza fosse posseduta ed anche Anneliese arrivò alla stessa conclusione soprattutto per spiegare la sua repulsione verso oggetti sacri nei momenti di crisi. I suoi due modi opposti di comportarsi, fragile e devota da un lato e aggressiva e dissacrante dall'altro evidenziavano un problema di schizofrenia bipolare. La famiglia però incominciò seriamente a credere che il problema di Anneliese fosse di natura religiosa, quindi decisero di chiedere aiuto alla chiesa. Nell'estate del 1973 si rivolsero a diversi sacerdoti tra cui padre Ernst Alt. La loro richiesta era chiara, Anneliese aveva bisogno di un esorcismo, ma questa non venne accolta rimettendo la ragazza nelle mani dei medici. Anneliese intanto continuava a peggiorare. Padre Alt continuò a monitorare la ragazza finchè, vedendo i continui fallimenti dei medici e i comportamenti sempre più blasfemi della ragazza, non si convinse che forse realmente ella potesse essere preda del maligno. Chiese quindi al vescovo di Würzburg il permesso di procedere con l'esorcismo. Nel settembre del 1975 Anneliese viene dichiarata posseduta dopo aver più volte manifestato, con voce profonda e minacciosa, di sapersi esprimere in lingue antiche molte delle quali ritenute morte e che di certo la ragazza, in condizioni normali, non avrebbe potuto conoscere. A questo punto l'esorcismo può essere praticato e per la sua effettuazione vengono scelti padre Alt e padre Arnold Renz. Durante tutto il periodo dell'esorcismo ad Anneliese non vennero più somministrati i farmaci prescritti considerandoli a questo punto inutili. L'esorcismo durò dieci mesi, fino al 30 giugno 1976. In tutto questo periodo Annaliese confermò la capacità di dialogare con i sacerdoti in diverse lingue tra cui, oltre antiche lingue morte e l'aramaico, anche greco e latino, ma soprattutto la sua voce cambiava spesso evidenziando la presenza di più demoni, 7 secondo il racconto ufficiale dei sacerdoti tra cui Lucifero.

Le sedute di esorcismo erano sempre molto violente e la forza manifestata da Anneliese era talmente spaventosa da dover chiedere aiuto a più uomini per riuscire a tenerla ferma nonostante la giovane pesasse meno di 40 chili, infatti da tempo rifiutava di mangiare e bere e, a detta di lei, erano gli stessi demoni ad impedirglielo. Durante gli esorcismi vennero fatte molte foto e diverse registrazioni, negli scatti è possibile vedere come gli occhi di Anneliese diventassero stranamente scuri durante il rito. Nei momenti di lucidità, quando sembrava che i demoni avessero lasciato spazio ad Anneliese, questa ne approfittava per inginocchiarsi e pregare, tante erano le sue genuflessioni che alla fine le sue ginocchia cedettero e si ruppero. A questo punto si potrebbe pensare che tutta questo dolore e tutto questo male alla fine siano stati sconfitti dalla fede, invece a perdere fu la povera Anneliese che il 01 luglio 1976 morì tra atroci sofferenze e con il suo corpo martoriato arrivato ormai a pesare appena 30 chili.

Poco prima di morire si racconta che Anneliese vide apparire davanti a Lei la Vergine Maria che gli rivelò che le sue sofferenze stavano espiando i peccati di molte persone salvandole dalle pene dell'inferno, queste parole furono riprese in seguito anche in una pubblicazione di padre Amorth a cui il caso era stato raccontato nei minimi dettagli.

Il caso di Anneliese però non finì con il suo decesso, infatti sia i due sacerdoti esorcisti che i genitori di lei vennero accusati della morte della ragazza per negligenza verso chi aveva bisogno di cure che invece vennero intenzionalmente interrotte. Ritenuti colpevoli vennero condannati a sei mesi di reclusione per omicidio colposo.

Ad oggi a detta dei più famosi esorcisti, solo il 2% dei casi di possessione sono realmente riconducibili a forze maligne, il restante 98% sono casi di schizofrenia od altri problemi di natura mentale e sociale.

A questa vicenda si sono ispirati due film che consigliamo di vedere:

The exorcism of Emily Rose del 2005, che tratta la storia partendo dal processo ricostruendo in parte la vita di Anneliese (Emily) deviando però spesso dalla realtà dei fatti per favorire una maggiore spettacolarizzazione

Requiem del 2006, dove si cerca di far rivivere il vero dramma personale di questa ragazza lasciando la possessione in secondo piano.

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